Graziana_DePalma_Dipendenze_Patologiche
Dipendenze Patologiche

Concedersi una piccola trasgressione alle regole, soprattutto quando si è giovani, è considerata la “normalità”. Tuttavia, bisogna fare molta attenzione affinché non diventi un’abitudine che con il tempo può sfociare in un serio problema fisico e cognitivo. In questo caso, si parla di dipendenza patologica ed è una questione che interessa molte più persone di quanto si possa pensare.
Le più comuni sono quelle legate all’uso di sostanze stupefacenti, all’alcol, al cibo, al gioco d’azzardo, allo shopping compulsivo.
Tuttavia, non bisogna sottovalutare anche quelle cosiddette “nuove dipendenze”, che stanno prendendo piede negli ultimi anni e, in particolar modo, nel corso di quest’ultimo anno messo a dura prova dalle restrizioni del lock down. Si tratta di dipendenze legate all’innovazione tecnologica, come il cosiddetto Internet Addiction Disorder.

Cosa sono le dipendenze patologiche?
Per dipendenza si intende l’alterazione di un comportamento che diviene man mano una abitudine patologica, sulla quale la persona perde ogni possibilità di controllo. La stessa dipendenza può essere poi fisica e psicologica. Nel primo caso, l’organismo del soggetto che fa abuso di una sostanza aumenta la sua soglia di tolleranza e necessita di dosi sempre maggiori per poter ottenere lo stesso effetto, manifestando, in caso contrario, chiari sintomi di astinenza, come sudorazione, dolori gastro-intestinali ecc. Nel secondo caso, invece, talvolta associata anche al malessere fisico, si è sopraffatti dal desiderio psichico di fare uso della sostanza e non se ne riesce a fare a meno. L’oggetto di questa fantasia può essere l’alcol, la droga, il gioco d’azzardo, il cibo, lo shopping o anche Internet.

In ogni caso, però, tutte le dipendenze patologiche presentano delle caratteristiche comuni, che possono aiutare ad identificarle. Tra queste, vi sono l’incapacità della persona dipendente di portare a termine i propri compiti, l’uso continuativo della sostanza nel tempo, il ritiro dalla vita famigliare e sociale per poter soddisfare la propria esigenza e la non ammissione del problema. È importante, però, porre attenzione anche alla predisposizione biologica di un individuo come fattore di rischio: questa consisterebbe in una alterazione della produzione di neurotrasmettitori endogeni (specialmente la dopamina) su cui possono agire le sostanze che creano dipendenza. A ciò si aggiungano il contesto sociale, familiare ed eventuali condizioni di stress che il soggetto non riesce a “sopportare”, cercando di placare la fatica emotiva attraverso l’ abuso di un comportamento trasformandolo in patologia.

Trattamento delle dipendenze patologiche
Trattare le dipendenze patologiche rimane un lavoro sempre molto complesso, in quanto ogni dipendenza ha delle radici che vanno esplorate e rielaborate. Ma, quando la dipendenza è in atto, non è detto che la persona affetta da essa riesca a mantenere una certa lucidità per approfondire aspetti di se stessa e della propria storia. Infatti, inizialmente, è opportuno concentrarsi sul “qui ed ora”. Si cerca di lavorare sulla modifica di pensieri negativi disfunzionali che poi portano all’assunzione di sostanze o all’uso problematico di un oggetto da cui si sviluppa dipendenza (slot machine, shopping, internet..). I pensieri negativi sono solitamente dei pensieri negativi su di sé, sugli altri e sul mondo circostante, che generano sofferenza e che la persona tenta di ridurre con il comportamento patologico (la dipendenza). L’obiettivo della terapia è quello quindi di rendere critica la persona su tali pensieri, modificarli e apprendere strategie comportamentali più funzionali per gestire le emozioni negative. Si tratta di un Approccio Motivazionale che mira a far acquisire al paziente maggiore conoscenza del suo problema e maggiore motivazione al trattamento. Solitamente è un approccio psicologico iniziale che precede il trattamento vero e proprio (psicoterapia bisettimanale o settimanale) ed è utile nei casi in cui la persona non si sentisse pienamente motivata a causa del beneficio che in un primo momento dà il comportamento patologico (riducendo lo stato di tensione legato ai pensieri negativi). Nel momento in cui si riesce a costruire una buona alleanza terapeutica, tra psicoterapeuta e paziente, ed a sentire una motivazione crescente da parte del paziente, il lavoro insieme diventa più introspettivo per raggiungere, in qualche modo, la radice della dipendenza sviluppata. Rielaborando insieme tale radice si acquisisce una consapevolezza che aiuta poi a convivere più serenamente con i momenti di maggiore stress psicologico emotivo in cui si è maggiormente a rischio di ricadute. Quando queste si verificano è importante lavorare su di esse e non lasciarsi andare come se non si potesse più riprendere in mano la propria vita.

Le dipendenze patologiche più diffuse

La tossicodipendenza e l’abuso di sostanze stupefacenti
Quella da sostanze stupefacenti è la dipendenza più diffusa e nota tra quelle patologiche. In genere il soggetto fa abuso di oppiodi e di droghe in generale; cocaina, eroina, allucinogeni, sedativi e antidolorifici, generano nella persona un bisogno tale da fargli perdere tutto, dal lavoro ai rapporti familiari e portandolo all’isolamento. Stesso discorso può essere fatto con droghe sintetiche e altre sostanze cosiddette chimiche, oltre che per l’alcol. La causa che spinge le persone a usare queste sostanze è generalmente il desiderio di essere sopraffatti da uno stato di euforia e di piacere, spesso da uno stato che “soffochi” malessere interiore. Tuttavia, anche l’ambiente sociale in cui si vive può essere un fattore di rischio. L’arresto della somministrazione di quella sostanza scatena la ribellione del sistema nervoso centrale, che la richiede assiduamente, causando in questo modo sintomi gravissimi, diversi a seconda del tipo di droga e di via di assunzione. Numerosi sono gli effetti negativi sulla salute che possono portare questi comportamenti, tra cui depressione, Aids, epatite, cirrosi epatica e infine cancro.

Dipendenza da cibo e incubo anoressia e bulimia
Tra i disturbi più diffusi tra nella popolazione dei paesi industrializzati c’è la dipendenza dal cibo, che si manifesta con la voglia irrefrenabile e compulsiva di mangiare, piluccando senza sosta o abbondando in maniera eccessiva ai pasti, pietanze che provocano piacere, soddisfazione immediata. In Italia sono più di tre milioni gli individui che convivono con questa patologia, di cui almeno due milioni sono adolescenti. Proprio come succede per la droga, anche questo tipo di dipendenza può essere sia fisica che psicologica ed è legata soprattutto all’assunzione di cibi grassi, che aumentano il desiderio di assumerne sempre di più, come nel caso delle patine fritte o delle ciliegie. A livello biologico, ciò è dovuto all’eccessivo funzionamento dell’area del cervello regolata dalla dopamina, il solito neurotrasmettitore i cui livelli aumentano prima e durante un’esperienza piacevole. Quando questi sono troppo alti, c’è il rischio che si perda il controllo delle proprie azioni. Per quanto riguarda questo tipo di dipendenza, è molto importante la prevenzione, che può essere condotta a scuola o nella comunità per diffondere una dieta alimentare sana e corretta.

Tuttavia, anche l’anoressia e la bulimia si esprimono attraverso meccanismi psichici di dipendenza.  Da un lato c’è l’anoressia, un disagio che impedisce alla persona di ingerire qualsiasi tipo di cibo e che nelle forme più gravi può portare anche alla morte, dall’altro la bulimia, per la quale un soggetto che ha ingurgitato grandi quantità di cibo ricorre a diversi metodi per non metabolizzarlo e quindi per non ingrassare, come il vomito autoindotto, l’eccessivo uso di lassativi e l’intensa attività fisica.

La dipendenza da gioco l’azzardo diventa patologia
Quella del gioco d’azzardo, o ludo dipendenza, è una delle prime forme di dipendenza non legata alla droga. Secondo dati recenti, soltanto in Italia ne soffrono quasi 700mila persone, per un giro di affari di 85 milioni di euro all’anno. In questo caso, giocare per poter vincere, soprattutto soldi, si trasforma in una ossessione, anche a dispetto delle ingenti somme di denaro che generalmente si rischia di perdere. Proprio l’eccitazione e il brivido legato alle grandi puntate sono alla base della dipendenza. Per questo, molti dei soggetti che ne soffrono sono spesso portati a pensare al suicidio. I sintomi sono gli stessi delle altre dipendenze, mentre tra le cause, oltre a fattori sociali e famigliari, ce ne sarebbero anche alcune di tipo biologico: ad esempio, alcuni studiosi hanno notato che i livelli di noradrenalina, un neurotrasmettitore, sarebbe inferiore, al momento del gioco, rispetto ai livelli dei giocatori d’azzardo occasionali. Anche la depressione e lo stress possono influire sulla patologia, dando la sensazione al soggetto dipendente di evadere in questo modo dalla realtà.

l’Internet addiction Disorder
L’era digitale ha aperto nuove frontiere anche per quel che riguarda l’universo delle dipendenze, che non sono più solo rivolte a sostanze chimiche, come alcol e droga. Si parla di Internet Addicition Disorder quando l’oggetto della dipendenza è un’attività lecita o socialmente accettata, come condividere elementi sui propri social network e navigare sul web, che diventa una vera e propria ossessione. Ciò implica, prima di tutto, quello che i giapponesi chiamano Hikikomori, cioè il ritiro sociale che deriva dall’uso distorto della Rete. In questo modo il soggetto dipendente tende a vivere in un mondo parallelo e virtuale, che porta necessariamente ad una chiusura verso quello esterno e reale e in cui non c’è limite alla propria fantasia, superando di fatto un disagio materiale. Ma la dipendenza dal pc può avere anche conseguenze fisiche da non sottovalutare, come disturbi del sonno, mal di schiena, mal di testa e  irregolarità nell’alimentazione.

Porno dipendenza: quando il sesso diventa ossessione
In Italia sono più di due milioni le persone che soffrono di porno dipendenza, per definizione una forma di compulsione che porta ad un abuso di materiale pornografico, per lo più accompagnato da masturbazione. Il 6% della popolazione maschile sviluppa una dipendenza sessuale, numeri questi aumentati negli ultimi anni anche a causa della fruibilità di questo materiale sul web.
Le conseguenze, soprattutto psicologiche, non sono da sottovalutare: come la dipendenza da droga, il soggetto tende ad aumentare sempre più la mole di materiale da osservare per ottenere un livello maggiore di piacere rispetto a quanto sperimentato in precedenza, con il risultato di essere perseguitato da un senso di colpa altissimo e dall’abbassamento dell’autostima.
A livello fisico, tale dipendenza può sviluppare disturbi come l’impotenza, il calo del desiderio, il dolore durante l’eiaculazione. Generalmente, questo disturbo viene curato tramite psicoterapia sia individuale che di gruppo, ma anche e soprattutto attraverso centri di ricerca o associazioni di auto aiuto.

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